domenica 24 maggio 2020

La nuova guerra fredda e l’R2020

di Angelo Liuzzi, 23 maggio 2020.


Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
[Ludwing Wittgenstein]


Il 9 novembre del 1989 la caduta del Muro di Berlino declina la fine della prima guerra fredda, iniziata nel ’47 tra le grandi potenze uscite vittoriose dallo scontro bellico. Ben 42 anni dove USA e URSS, sotto lo scacco nucleare, si sono contese il mondo, influenzandolo e governandolo in maniera più o meno esplicita.
L’America, vincitrice di questa disputa ha dominato indisturbata nel ventennio successivo, durante il quale nessuno ha provato a liberare il mondo dalla sua egemonia, se non difendendosi dallo strapotere nel proprio Stato-nicchia. Il mondo che fino a quel momento era fatto ancora di cose semplici come le partite al pallone nel cortile per i ragazzini o le gite fuoriporta della domenica, all’improvviso si è risvegliato con più scoperte tecnologiche che progressi scientifici. In realtà la scienza non si è mai arrestata ma la tecnologia è più accessibile alle masse che, senza chiedersi come e perché, sono passate dall’indossare l’ultimo capo griffato all’ultimo smartphone. Un salto col quale siamo stati catapultati in una realtà tutta da ridefinire, più semplice, comoda, in una parola sola: virtuale. Il terreno, perché ciò avvenisse, era stato ormai reso fertile dal condizionamento dei mass-media per via dei pregiudizi e degli stereotipi che questi sono in grado di generare nella mente delle persone, andando a formare quell’opinione pubblica sospesa tra la volontà personale e quella indottrinante del Governo di turno.
Dobbiamo però aspettare il 2012/13 con l’ascesa al potere di Xi Jiping perché si ridefinisse un nuovo quadro politico e con esso l’inizio di una nuova guerra fredda dove, negli schieramenti contrapposti, questa volta risultano evidenti Usa e Cina. In mezzo, a far pendere l’ago della bilancia nel conflitto silente, troviamo gli Stati canaglia come l’Inghilterra da un lato, uscita nel 2016 dall’Unione Europea (Brexit) e l’asse franco-tedesco dall’altra, che detiene le redini di un’Europa sempre più divisa e sbilanciata economicamente.
L’Italia in questo scenario è stata scelta prevedibilmente come cavia perfetta, contro la quale sono state avviate (da Prodi-Monti in poi) una serie di manovre a divellere la Costituzione e la sovranità stessa del Paese, al fine di farla diventare lo Stato glebalizzato per eccellenza, per meglio sfruttarne le risorse e dove avviare sperimentazioni socio-sanitarie.
Si può capire facilmente come i 2 poteri appariscenti: della buon vecchia America, alla quale piace fare la parte della salvatrice, e della sempre più emergente e pericolosa Cina, che nel frattempo ha soppiantato la Madre Russia, siano teatralmente in conflitto fra loro, nascondendo lo stato nascosto delle cose o, se vogliamo, lo Stato nascosto dei poteri finanziari dietro le scelte dei singoli Governi.
Come possono quindi le minoranze resistenti risvegliare le masse e combattere questa guerra silenziosa, se i Governi finora sono riusciti ad avere il consenso attraverso l’uso sfrontato dei media e di espedienti come gli shock economici, con i quali sin dagli anni 60 inducono le persone, terrorizzate o fuorviate dall’evento catalizzante di turno, ad accettare manovre incostituzionali che non accetterebbero in momenti di requie?
Nel corso di questi ultimi anni è emerso di come i Governi abbiano potuto così agire segretamente per compiere privatizzazioni liberiste, tagli alla spesa pubblica o liberalizzazioni dei salari, con la conseguente crescita della disoccupazione e il generale impoverimento della popolazione.
La speranza per porre freno a questa dittatura finanziaria risiede nelle minoranze le quali, per quanto siano spesso motivate da fanatismo o da semplice desiderio di ribellione, potrebbero convolare tutte in una comunione d’intenti, qualora riuscissero a superare le differenze inconciliabili per poter far fronte alla sudditanza subdola e svilente nella quale la classe operaia e il ceto medio, sempre più impoverito dalle suddette misure, si sono incagliati.
L’R2020 potrebbe essere la risposta italiana alla domanda. L’ultima speranza nella quale far affidamento prima del tracollo definitivo. Un movimento nato da Sara Cunial, Ivan Catalano e Stefano Barillari, 3 politici che hanno saputo per ora ribellarsi e schierarsi contro il sistema autocratico del Governo attuale.
Certo fa pensare di come questi esponenti provengano, prima di essere stati cacciati come dissidenti, da un movimento (M5S) che li abbia disattesi, così come credo abbia disatteso molti cittadini da cui hanno preso i voti. Libertà di cura (vaccini), salute pubblica (5G e allevamenti intensivi) e sovranità al popolo (MES) sono tutti temi che in fase elettorale il M5S aveva procrastinato, sorge il sospetto, per raccogliere i voti di quelle minoranze dubbiose o dormienti.
Quando si fornisce alle persone uno stereotipo si fissa nella loro mente, in maniera immutabile, un’opinione preconfezionata e generalizzata, senza cioè che queste l’abbiano acquisita sulla base di un’esperienza diretta e che pertanto prescinde da una valutazione critica: è come sapere di avere nel cassetto della biancheria le mutande pulite senza aver fatto la fatica di aver lavato quelle sporche, finché non ti alzi dal letto per trovare il cassetto vuoto. Ne sei convinto davvero e tutto ciò si basa su poco più di un pettegolezzo, il quale però ti permette di comprare cose di cui non hai bisogno, di eleggere chi non voteresti mai e di guidare la tua auto indossando una mascherina mentre sei da solo al volante. Una delle cose indotte più stupide che si sia mai vista nei giorni della quarantena e che purtroppo si vede tuttora.
Stereotipia deriva dal greco stereos: solido e typia: tipo, impronta. Necessitiamo per contrastarla di una igrotipia: un’impronta umida, liquida; oppure di una aereotipia: impronta aerea, gassosa. Entrambi i termini però non esistono ancora, perché nessuno ad oggi si è sollevato attivamente per combattere il sistema: è arrivato il momento di farlo prima che tutto questo ci porti verso l’assuefazione completa al controllo o prima che sfoci nell’ennesima e reale guerra civile.
Abbiamo le capacità e l’immaginazione per poter trovare misure alternative. Dovremmo individuare però i punti comuni e le strategie da attuare. Pensate come sarebbe bello se ci fosse un organo comune col quale decidere che da domani non si compra più carne proveniente da allevamenti intensivi, esattamente come abbiamo fatto per l’olio di palma. Quanto ci abbiamo messo per eliminarlo dal mercato? È bastato crederci.
L’Italia è più di una cavia, è molto di più, è lo snodo nevralgico da dove si possono respingere le subdole macchinazioni britanniche, arrestare l’avanzata franco-tedesca e rimandare al mittente i ricatti delle grandi super-potenze.

Un tempo si sentiva gridare nelle piazze: Potere al popolo! Adesso è arrivato il momento di combattere il nemico coi suoi stessi mezzi, che non si debba gridare nella piazze: Potere ai consumatori!

domenica 17 maggio 2020

Il nemico invisibile

di Angelo Liuzzi
14 maggio 2020.


 Non interrompere mai il tuo nemico
quando sta commettendo un errore.
[Napoleone Bonaparte]



Se prendessimo in considerazione lo studio condotto dal dr. Pasquale Bacco per conto della Meleam S.p.A. per individuare una situazione nella quale ci siano persone che non possono più infettare, né essere infettate e quindi essere riammesse in società, riprendendo così una vita sociale e lavorativa, scopriremmo che su un campione di 7.038 volontari, in uno stato di generale buona salute e lavorativamente attivi durante la quarantena - di cui 2.365 positivi ai test, - il 75,2% (1.779) degli infetti hanno sviluppato anticorpi. Questo rappresenterebbe oltre il 30% della popolazione italiana: 18milioni di lavoratori, di età compresa tra i 18 e i 60 anni, in grado di mandare avanti il Paese.
Forse sono poche 7.038 persone e lo sono anche le altre 7.000 che in questo momento vengono testate per continuare e ampliarne lo studio. C’è chi però degli studi li fa, a differenza di chi va in televisione sparando dati senza una ricerca che ne attesti la veridicità.
Secondo lo studio, quasi il 90% degli infetti non ha manifestato nessuno dei sintomi riconducibili al nostro virus, in più l’incidenza delle IgG ne dimostra la presenza al sud Italia già alla fine del 2019 e che, come tutti i coronavirus, il Sars-Cov-2 è condizionato dal clima. Questo spiega essenzialmente di come la trasmissione avvenga principalmente attraverso i soggetti asintomatici, - ovvero tramite chi è al di sotto i 30 anni; - questi presentano un’incidenza di positività agli anticorpi che si dimezza nelle fasce d’età più anziane: le sole che alla fine manifestano i sintomi. Lo studio ci dice inoltre che il virus si attenuerà in maniera determinante in estate, per tornare aggressivo con l’abbassarsi delle temperature e dove le zone sono più fredde, qualora la risposta immunitaria della collettività non avesse nel frattempo creato una sorta di immunità di gregge.
La mortalità effettiva resta relegata al di sotto del 1% e tranne rarissimi casi, grazie agli estrogeni, il genere femminile presenta una probabilità inferiore di essere infettato, probabilità che aumenta in fase clinica.
Fumo e cattiva alimentazione incidono leggermente (il 3% in più per i fumatori) sull’infezione, per il semplice fatto che questi soggetti hanno una propensione all’infiammazione e quindi ad una più lenta risposta immunitaria.
I beta talassemici sottoposti ai test sono risultati, tranne 5, negativi. Ciò confermerebbe che l’alterazione/occupazione delle catene beta (effetto dell’idrossiclorochina) è una valida profilassi per il virus nella fase iniziale dell’infezione.

Fin qui lo studio ha confermato quello che continuano a sostenere tutti quei medici che si sono sollevati contro il pensiero unico dei virologi mediatici. Ciò che però mi incuriosisce è che nei soggetti analizzati lo studio neghi una nesso “evidente” con i vaccini, così come non prenda in considerazione l’esposizione all’inquinamento ambientale, anche se questo spiegherebbe come in una città fortemente inquinata come Taranto (Puglia) i casi siano ad oggi minimi, ma avendo escluso dallo studio i soggetti di età superiore ai 60 anni, si spiegherebbe anche come mai non sia stato possibile riscontrare tale correlazione. Presumibilmente gli over 60 hanno un sistema immunitario compromesso dall’esposizione all’inquinamento ambientale e/o dai vaccini anti-influenzali di nuova generazione.

Cosa succederà pertanto a ottobre, quando il nostro virus si sveglierà dall’estivazione? Per ora il nostro Padre-Governo sembra essere interessato più a ricostituire la famiglia secondo un principio pseudo-cristiano che a fronteggiare in maniera adeguata il virus, che sia voluto o meno.
Dopo un iniziale e assurdo distanziamento sociale per i membri all’interno della stessa famiglia, i suoi componenti potranno finalmente andare al mare e al ristorante insieme, protetti dalle giuste barriere più o meno artistiche: in questo confidiamo nell’estro dei gestori degli stabilimenti balneari e dei ristoratori. Si potrà passeggiare allegramente lanciando occhiate ai singoli, i quali saranno visti con rinnovato sospetto. Immagino che ci saranno incentivi pro-famiglia. Poveri i single e poveri gli amanti, ai quali non resterà che accoppiarsi o aguzzare l’ingegno per farla franca!
Continuo però a non capire chi sia davvero il nemico, dovendomi per altro districare tra gli ossi che lanciano i media affinché io possa perdermi in beghe social, come nel caso di Silvia Romano.
Un nemico quando lo vedi puoi combatterlo, ma siamo certi che esista davvero o che non sia frutto della nostra immaginazione, partorito dal nostro bisogno; non di meno di quel Dio che solo dopo averlo immaginato prende vita, ergendosi con vigore e potere sulle necessità dei mortali?
Alla fine le varie Corporation, quali che siano, svolgono solo il loro compitino quotidiano: fare soldi e accrescere il proprio potere: grandi pescatori in un mare popolato da troppi pesci cha abboccano facilmente. Ma chi dà loro tanta forza? Chi lo permette? Perché mi sembra che la maggioranza delle persone siano pronte a svelare comodamente i complotti dal divano di casa, mentre usano prodotti e mezzi di questi sapienti.
Se v’è certezza che ci siano loro dietro, perché non è possibile destituirli? La verità è che la maggioranza del Paese, - di tutti i Paesi, - ha bisogno di essere guidata, se non comandata: così abbiamo assistito silenziosamente al declino della società.
Esiste davvero qualcuno o qualcosa da combattere? Perché se non esiste, il nemico siamo noi e se il nemico siamo noi, allora per sconfiggerlo dobbiamo solo continuare ad avere lo stesso stile di vita degli ultimi decenni. Sarà questo a spazzarci via!
Viviamo in un’epoca nella quale si è disposti ad accettare qualsiasi cosa pur di avere accesso alle comodità. Lo smembramento della Cultura e di conseguenza della Sanità dimostra che mentre ci siamo ingozzati di “illusioni” da una parte, abbiamo girato lo sguardo dall’altra. Abbiamo rinunciato alla fatica, non possiamo quindi aspettarci una crescita personale e collettiva.

Ci sono notti dove arrivo all’alba senza capire come e giorni dove i pensieri affollano i silenzi tanto che tutto mi sembra difficile, anche fare la spesa si riempie di gesti insostenibili. Sono sicuro che come me altri siano assaliti da questi dubbi: Chiara non arriva in fondo al mese, sua figlia cena da due settimane a latte e biscotti. Matteo non sa come pagare il funerale di suo padre e rimpiange tardivamente le volte che avrebbe potuto abbracciarlo e non lo ha fatto. Francesca e Luca guardano dalla finestra la loro storia precipitare, aspettano di sentire da un momento all’altro l’impatto col marciapiede. Paolo sbatte, disperato, i pugni contro la vetrata della banca che non lo fa entrare, ha lasciato la vergogna nelle mani dello sconosciuto che per strada gli ha passato poche centinaia di euro. La piccola Giulia vede sua madre piangere da molte notti e non ha ancora capito se sua madre lo sa che lei la vede, questo mentre il padre sfoga la rabbia contro i mobili della cucina. Giulia rimane ogni giorno col muso piantato sulla ringhiera del balcone e aspetta.
Benché ci sia chi in questa quarantena abbia trovato redenzione e luce e quasi vorrebbe non finisse, c’è chi è stato trascinato alla malora e ha gettato la spugna, sconfitto, in attesa che qualcosa lo faccia ritornare alla normalità; così zitto zitto mi avvicino a chi mi fa sentire come resistere: non gli servono parole perché nei suoi occhi si assiste stupiti al miracolo della rivalsa e respiro, prendo pace mentre sento salire dentro di me un moto di ribellione. Vederli lavorare, servire i clienti, col sorriso nascosto dalla museruola, con lo sguardo fiero e malinconico di chi sa che bisogna nonostante tutto vivere e vivere bene, mi è di ispirazione.
La maggior parte delle persone vivono copiando un comportamento, un modo di fare, facendolo proprio: moda, marketing e shopping si basano su questo principio, sull’emulazione. Poi ci sono persone che compiono il gesto per la prima volta. Non c’era prima, ci sarà dopo perché sarà preso come modello. In questa maniera qualcuno dovrà iniziare, attraverso un moto di ribellione istintivo: la resistenza che diventerà comune a molti, fino ad essere norma.
Io però non aspetterò che si compia questo gesto, il quale dovrà arrivare eccessivo, al momento giusto, davanti alla folla attonita, perché non voglio perdermi neppure un giorno di quelli che verranno, non starò a guardare inerme che mi venga portata via la dignità e la libertà, nessuno mi dovrà più obbligare a giustificarmi perché vengo ridefinito come soggetto giuridico, secondo le nuove disposizioni di un Padre-Governo formato da conigli che insultano il leone morto. La nostra indulgenza ha reso i politici indolenti, bisognerà farsi cani per scacciare questi vigliacchi, ma dobbiamo entrare nell’ottica d’idee che senza fatica, senza studio, senza un’onestà costante verso noi stessi non potremo aspirare ad una società equa ed ecologica.
Vogliono renderci un popolo unico, inquadrato, ordinato e a viso chino sotto lo scacco della paura. Un popolo unico non lo possiamo più essere. La nostra bellezza e forza risiede nelle nostre diversità. Possiamo vivere accanto mantenendo queste diversità, purché siano diversità sostenibili. Se ci deve essere un’integrazione non deve portare all’uniformità!

Sono certo che una resistenza debba partire essenzialmente dal guardare il diverso come parte che arricchisce il nostro essere, la nostra vita; successivamente bisogna comprendere che il nemico, chiunque sia, rientri nel concetto di “diverso”. Il nemico ci permette di scoprirci migliori, questo non vuol dire permettergli di fare ciò che vuole di noi, l’unica cosa che dobbiamo lasciargli fare è sbagliare fino a ché la lunga coda della maggioranza non si rivolti sulla propria testa, soffocandola.



P.S. Come sempre, per chi volesse conoscere le fonti può scrivermi in privato.

lunedì 4 maggio 2020

La frode della maggioranza

di Angelo Liuzzi, 4 maggio 2020



Il linguaggio della distanza è il silenzio
dove si manifesta l’abisso del rifiuto.


Qualche mese fa se avessimo incontrato per strada un individuo a volto coperto ci saremmo spaventati o lo avremmo guardato con circospezione. Oggi guardi con sospetto chi ti viene incontro a volto scoperto. Com’è stato facile cambiare un’abitudine consolidata nei secoli! Questo mi fa pensare che forse, ciò che fino a ieri abbiamo creduto necessario per noi esseri umani, la verità, non lo sia più. Eppure non dovremmo aver bisogno di altro per vivere, perché attraverso la verità si possono compiere scelte che ci regalano la salutare sensazione della libertà. Ogni scelta pertanto che si basi su una sua omissione, ci relega in una condizione di cattività.
Forse la ricerca della verità non è per tutti, non so, quello che so è che i più si accontentano di arrivare in fondo al mese solo con una parvenza della libertà, dettata più dai giga che gli restano della connessione che dal cibo sulla tavola. Tutto, il dpcm ha potuto toglierci, tranne la rete! Chissà, così non fosse stato, avremmo gremito le piazze.
Un’altra certezza che ho è sapere che: quello che i popoli di questo mondo non hanno ancora imparato a fare è convivere tra di loro. Lo possiamo considerare un assioma. Molto probabilmente non è nella natura dei popoli, perché è implicita nella natura di questi una differenza di cultura, di credo e di costumi sociali tale che sia insormontabile legarsi gli uni agli altri. A meno che ci sia qualcosa, qualcuno: un evento tale che permetta la momentanea unificazione contro un nemico comune, e quale evento migliore di una pandemia per rendere, in pochi mesi, popoli diversi un popolo unico?
Lo abbiamo visto succedere anche nel linguaggio della comunicazione di massa, come se ad un tratto fosse sempre esistito un modello unico di comportamento, un pensiero unico, persino la scienza si è piegata a questo modello, e chi non rientra in questo sistema è fuori: questo è da sempre l’handicap più grave della democrazia, il quale rispecchia il principio secondo cui la maggioranza vince.
La maggioranza corrisponde e fomenta il pensiero unico.
Le minoranze sono la naturale conseguenza della diversità umana. La maggioranza è una costruzione sociale che serve a mantenere e a gestire un ordine prestabilito, ma una società che si basi sulla maggioranza che non tenesse in considerazione le necessità delle minoranze non è democratica, è una dittatura! Una maggioranza che censura, che nasconde, che elimina gli stimoli che arrivano dal basso, perde ogni valore per la quale è stata ideata, esattamente come la Scienza che ha voluto il posto di Dio, senza rendersi conto che la sua più alta prerogativa fosse quella di dare al suo gregge la libertà di non credere in Lui.
Non dovrebbe meravigliare a questo punto, il moto di resistenza che cerca di ribellarsi a questo sistema, così come non dovrebbe meravigliare, d’altro canto, che questo moto di resistenza venga etichettato facilmente come “complottista”: termine che mina proprio la differenza delle persone che ne fanno parte, cercando di rendere unica una minoranza che unica non è. Rendere queste persone un’unica minoranza serve ad aver un nemico comune da abbattere. Non a caso i complottisti sono associati agli “untori” del virus.
Si capisce così quanto sia più semplice associare un premio nobel per la scienza, - che si sia allontanato dal protocollo standard della maggioranza, - al peggiore dei complottisti, quando non lo si accusi più semplicemente di demenza senile. Qualsiasi cosa dica, chi è fuori dalla maggioranza, non importa, è un complottista!

Oggi non può più essere accettata alcuna forma di resistenza. Tutti devono essere resilienti, per usare un termine alla moda, così come ormai tutti devono perseguire una prevenzione della “malattia”, magari attraverso il vaccino che sembra essere diventato, da un po’ di anni, l’unico modo possibile per essere degni di vivere nella società moderna iper-efficiente, elevata alla quinta potenza, anzi al 5G: ultra-performante!
Un tempo la prevenzione era mangiare sano, mantenersi in forma e magari conoscere quante più cose utili possibili affinché si potesse, per altro, capire che per mangiare sano e mantenersi in forma bisogna avere cura dell’ambiente che ti circonda, degli animali che allevi, delle piante che coltivi… e delle persone che hai intorno.
Oggi per mantenere il tuo stato di salute, che equivale al tuo stato sociale, devi vaccinarti, perché se ti vaccini resti te stesso, non ti ammali.  Non sia mai che la malattia ti renda migliore, perché ti spinge a superarti, a crescere in qualche maniera. Non è questo forse il principio che sta alla base di tute le malattie esantematiche? Diventare più forti.
Vogliono toglierci anche la possibilità di ammalarci. Un vaccino, una cura. Sembra il motto del presidente cinese Xi Jiping: One belt, one road.
Volete toglierci le malattie? Eliminate l’inquinamento di ogni forma e grado. Non è possibile: salute e cultura non fanno reddito. Così è più facile assoggettare una maggioranza attraverso la paura e non chiedere alle minoranze di cosa hanno bisogno perché si sentano, anche loro, un minimo rappresentate. Del resto, chi ci governa, non ha chiesto se volessimo 12 vaccini. Non ha chiesto di sverzare nelle acque e nei cieli gli scarichi delle industrie. Non ha chiesto se andasse bene l’abuso edilizio, il monossido di carbonio, non ha chiesto di restare in casa per non contagiare i più deboli e non ha chiesto di ricoprire tutto col 5G. C’è una maggioranza che vuole tutto questo, che lo crede di vitale importanza, a torto o a ragione, e come per soddisfare il bambino che non ti chiede l’acqua ma ti dice ho sete! ecco servito il bicchiere, perché chi ci governa sa bene di cosa abbiamo bisogno, sa cos’è giusto: e la maggioranza china la testa. Annuisce e beve.
Il bambino è un bambino e può non chiedere, perché chiedere implica conoscere una distanza che non sa o non sa distinguere ancora, è un linguaggio quello della distanza che si apprende con fatica. Questo è il motivo per cui l’amore, per il bambino, è di essere fuso coi genitori, tanto che pretende amore, non lo chiede, così come non chiede l’acqua, dice ho sete!
Siamo cresciuti così, con quest’utopia dell’amore incondizionato e persino chi ci governa vuole farci credere che tanto il vaccino quanto le restrizioni del dpcm siano pensati per il nostro bene. Magari lo sono davvero, ma non hanno chiesto se volessimo il nostro bene, lo hanno imposto terrorizzandoci con fantomatici numeri e sequenze di immagini montate ad arte.
Bisogna educare il bambino a conoscere quella distanza nella quale si impara a chiedere. Per versare l’acqua di una bottiglia nel bicchiere, abbiamo bisogno che tanto il bicchiere quanto la bottiglia si presentino a noi in una forma tale che tra le mani diventi possibile versare l’acqua. Perché allora, per essere amati dobbiamo pretendere di esserlo incondizionatamente, quando nella realtà bisogna assumere una posizione corrispondente?
L’amore incondizionato è l’amore illusorio della maggioranza, del pensiero unico, della resilienza a tutti i costi, della fittizia prevenzione amorevole che ti permette di non infettare il tuo prossimo. In tutto questo il rifiuto viene costantemente negato, come se fosse un’onta dalla quale non si possa guarire. Il rifiuto è in questi termini una malattia di cui vergognarsi, un abisso da dove non si fa ritorno. Si potesse trovare un vaccino per il rifiuto lo avrebbero già trovato.
Io avrei tanto voluto che da piccolo mi avessero insegnato a come reagire al rifiuto e nello stesso tempo a conoscerlo come naturale conseguenza della mia forma imperfetta. Una forma che può essere in altri modi plasmata affinché si potesse presentare, se ne avessi avuto il desiderio, nelle mani di chi avrebbe potuto afferrarla.
Il virus ha amplificato cosa siamo, manifestandoci nella nostra fragilità e nella nostra forza, motivo per cui non possiamo pensare di educare i nostri figli sulle macerie della società che abbiamo distrutto, non c’è un’educazione accettabile senza una società che la rappresenti. Allora mi domando, che società vogliamo lasciare ai nostri figli?
Ad ogni modo, esiste una logica nel regno animale, di cui noi pure facciamo parte, secondo la quale ogni moto, interno ed esterno, debba rispettare rigorosamente un equilibrio tra le forme viventi. Questo pianeta vuole vivere nonostante i nostri sforzi per distruggerlo e quando sarà arrivato il momento di mettere da parte una fetta cospicua della popolazione, per la propria sopravvivenza generale, lo farà senza battere ciglio, come accade nel perenne gioco tra predatore e preda: il fato conduce i consenzienti e trascina i dissidenti.

Oggi, 4 maggio, è l’inizio della Fase 2 del dpcm; sono uscito in auto e per mia enorme sorpresa ho provato fastidio nel vedere il traffico che riprende forma, neppure tanto lentamente. In questi mesi ho goduto degli spazi, dell’aria pulita, del mare cristallino, dell’avvicinarsi degli animali e, per le strade deserte, non mi sono mai sentito solo. Il ritmo biologico del virus ha contaminato prima di tutto lo scandire del mio quotidiano. Provo una profonda fatica a pensare di dover nuovamente confrontarmi con le file, con le persone arrabbiate, con chi cerca di fregarti, con la velocità che per i tempi moderni sembra essere indispensabile.
Mi sento come quel bambino che, svegliato al mattino dai genitori, implora 5 minuti ancora prima di tornare a scuola, ma soffia il vento bisogna vivere, ci si deve alzare dal letto e lavare via quel torpore: lentamente però. Non è detto che proprio tutto debba ritornare a quella normalità che ha permesso al virus di manifestarsi.

So di far parte di una minoranza e so che i tempi davanti a noi si presentano bui, questo non mi impedirà di cercare verità che possano permettermi di andare per le strade fiero di quello che sono e libero.