domenica 24 maggio 2020

La nuova guerra fredda e l’R2020

di Angelo Liuzzi, 23 maggio 2020.


Su ciò di cui non si può parlare, si deve tacere.
[Ludwing Wittgenstein]


Il 9 novembre del 1989 la caduta del Muro di Berlino declina la fine della prima guerra fredda, iniziata nel ’47 tra le grandi potenze uscite vittoriose dallo scontro bellico. Ben 42 anni dove USA e URSS, sotto lo scacco nucleare, si sono contese il mondo, influenzandolo e governandolo in maniera più o meno esplicita.
L’America, vincitrice di questa disputa ha dominato indisturbata nel ventennio successivo, durante il quale nessuno ha provato a liberare il mondo dalla sua egemonia, se non difendendosi dallo strapotere nel proprio Stato-nicchia. Il mondo che fino a quel momento era fatto ancora di cose semplici come le partite al pallone nel cortile per i ragazzini o le gite fuoriporta della domenica, all’improvviso si è risvegliato con più scoperte tecnologiche che progressi scientifici. In realtà la scienza non si è mai arrestata ma la tecnologia è più accessibile alle masse che, senza chiedersi come e perché, sono passate dall’indossare l’ultimo capo griffato all’ultimo smartphone. Un salto col quale siamo stati catapultati in una realtà tutta da ridefinire, più semplice, comoda, in una parola sola: virtuale. Il terreno, perché ciò avvenisse, era stato ormai reso fertile dal condizionamento dei mass-media per via dei pregiudizi e degli stereotipi che questi sono in grado di generare nella mente delle persone, andando a formare quell’opinione pubblica sospesa tra la volontà personale e quella indottrinante del Governo di turno.
Dobbiamo però aspettare il 2012/13 con l’ascesa al potere di Xi Jiping perché si ridefinisse un nuovo quadro politico e con esso l’inizio di una nuova guerra fredda dove, negli schieramenti contrapposti, questa volta risultano evidenti Usa e Cina. In mezzo, a far pendere l’ago della bilancia nel conflitto silente, troviamo gli Stati canaglia come l’Inghilterra da un lato, uscita nel 2016 dall’Unione Europea (Brexit) e l’asse franco-tedesco dall’altra, che detiene le redini di un’Europa sempre più divisa e sbilanciata economicamente.
L’Italia in questo scenario è stata scelta prevedibilmente come cavia perfetta, contro la quale sono state avviate (da Prodi-Monti in poi) una serie di manovre a divellere la Costituzione e la sovranità stessa del Paese, al fine di farla diventare lo Stato glebalizzato per eccellenza, per meglio sfruttarne le risorse e dove avviare sperimentazioni socio-sanitarie.
Si può capire facilmente come i 2 poteri appariscenti: della buon vecchia America, alla quale piace fare la parte della salvatrice, e della sempre più emergente e pericolosa Cina, che nel frattempo ha soppiantato la Madre Russia, siano teatralmente in conflitto fra loro, nascondendo lo stato nascosto delle cose o, se vogliamo, lo Stato nascosto dei poteri finanziari dietro le scelte dei singoli Governi.
Come possono quindi le minoranze resistenti risvegliare le masse e combattere questa guerra silenziosa, se i Governi finora sono riusciti ad avere il consenso attraverso l’uso sfrontato dei media e di espedienti come gli shock economici, con i quali sin dagli anni 60 inducono le persone, terrorizzate o fuorviate dall’evento catalizzante di turno, ad accettare manovre incostituzionali che non accetterebbero in momenti di requie?
Nel corso di questi ultimi anni è emerso di come i Governi abbiano potuto così agire segretamente per compiere privatizzazioni liberiste, tagli alla spesa pubblica o liberalizzazioni dei salari, con la conseguente crescita della disoccupazione e il generale impoverimento della popolazione.
La speranza per porre freno a questa dittatura finanziaria risiede nelle minoranze le quali, per quanto siano spesso motivate da fanatismo o da semplice desiderio di ribellione, potrebbero convolare tutte in una comunione d’intenti, qualora riuscissero a superare le differenze inconciliabili per poter far fronte alla sudditanza subdola e svilente nella quale la classe operaia e il ceto medio, sempre più impoverito dalle suddette misure, si sono incagliati.
L’R2020 potrebbe essere la risposta italiana alla domanda. L’ultima speranza nella quale far affidamento prima del tracollo definitivo. Un movimento nato da Sara Cunial, Ivan Catalano e Stefano Barillari, 3 politici che hanno saputo per ora ribellarsi e schierarsi contro il sistema autocratico del Governo attuale.
Certo fa pensare di come questi esponenti provengano, prima di essere stati cacciati come dissidenti, da un movimento (M5S) che li abbia disattesi, così come credo abbia disatteso molti cittadini da cui hanno preso i voti. Libertà di cura (vaccini), salute pubblica (5G e allevamenti intensivi) e sovranità al popolo (MES) sono tutti temi che in fase elettorale il M5S aveva procrastinato, sorge il sospetto, per raccogliere i voti di quelle minoranze dubbiose o dormienti.
Quando si fornisce alle persone uno stereotipo si fissa nella loro mente, in maniera immutabile, un’opinione preconfezionata e generalizzata, senza cioè che queste l’abbiano acquisita sulla base di un’esperienza diretta e che pertanto prescinde da una valutazione critica: è come sapere di avere nel cassetto della biancheria le mutande pulite senza aver fatto la fatica di aver lavato quelle sporche, finché non ti alzi dal letto per trovare il cassetto vuoto. Ne sei convinto davvero e tutto ciò si basa su poco più di un pettegolezzo, il quale però ti permette di comprare cose di cui non hai bisogno, di eleggere chi non voteresti mai e di guidare la tua auto indossando una mascherina mentre sei da solo al volante. Una delle cose indotte più stupide che si sia mai vista nei giorni della quarantena e che purtroppo si vede tuttora.
Stereotipia deriva dal greco stereos: solido e typia: tipo, impronta. Necessitiamo per contrastarla di una igrotipia: un’impronta umida, liquida; oppure di una aereotipia: impronta aerea, gassosa. Entrambi i termini però non esistono ancora, perché nessuno ad oggi si è sollevato attivamente per combattere il sistema: è arrivato il momento di farlo prima che tutto questo ci porti verso l’assuefazione completa al controllo o prima che sfoci nell’ennesima e reale guerra civile.
Abbiamo le capacità e l’immaginazione per poter trovare misure alternative. Dovremmo individuare però i punti comuni e le strategie da attuare. Pensate come sarebbe bello se ci fosse un organo comune col quale decidere che da domani non si compra più carne proveniente da allevamenti intensivi, esattamente come abbiamo fatto per l’olio di palma. Quanto ci abbiamo messo per eliminarlo dal mercato? È bastato crederci.
L’Italia è più di una cavia, è molto di più, è lo snodo nevralgico da dove si possono respingere le subdole macchinazioni britanniche, arrestare l’avanzata franco-tedesca e rimandare al mittente i ricatti delle grandi super-potenze.

Un tempo si sentiva gridare nelle piazze: Potere al popolo! Adesso è arrivato il momento di combattere il nemico coi suoi stessi mezzi, che non si debba gridare nella piazze: Potere ai consumatori!

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