domenica 17 maggio 2020

Il nemico invisibile

di Angelo Liuzzi
14 maggio 2020.


 Non interrompere mai il tuo nemico
quando sta commettendo un errore.
[Napoleone Bonaparte]



Se prendessimo in considerazione lo studio condotto dal dr. Pasquale Bacco per conto della Meleam S.p.A. per individuare una situazione nella quale ci siano persone che non possono più infettare, né essere infettate e quindi essere riammesse in società, riprendendo così una vita sociale e lavorativa, scopriremmo che su un campione di 7.038 volontari, in uno stato di generale buona salute e lavorativamente attivi durante la quarantena - di cui 2.365 positivi ai test, - il 75,2% (1.779) degli infetti hanno sviluppato anticorpi. Questo rappresenterebbe oltre il 30% della popolazione italiana: 18milioni di lavoratori, di età compresa tra i 18 e i 60 anni, in grado di mandare avanti il Paese.
Forse sono poche 7.038 persone e lo sono anche le altre 7.000 che in questo momento vengono testate per continuare e ampliarne lo studio. C’è chi però degli studi li fa, a differenza di chi va in televisione sparando dati senza una ricerca che ne attesti la veridicità.
Secondo lo studio, quasi il 90% degli infetti non ha manifestato nessuno dei sintomi riconducibili al nostro virus, in più l’incidenza delle IgG ne dimostra la presenza al sud Italia già alla fine del 2019 e che, come tutti i coronavirus, il Sars-Cov-2 è condizionato dal clima. Questo spiega essenzialmente di come la trasmissione avvenga principalmente attraverso i soggetti asintomatici, - ovvero tramite chi è al di sotto i 30 anni; - questi presentano un’incidenza di positività agli anticorpi che si dimezza nelle fasce d’età più anziane: le sole che alla fine manifestano i sintomi. Lo studio ci dice inoltre che il virus si attenuerà in maniera determinante in estate, per tornare aggressivo con l’abbassarsi delle temperature e dove le zone sono più fredde, qualora la risposta immunitaria della collettività non avesse nel frattempo creato una sorta di immunità di gregge.
La mortalità effettiva resta relegata al di sotto del 1% e tranne rarissimi casi, grazie agli estrogeni, il genere femminile presenta una probabilità inferiore di essere infettato, probabilità che aumenta in fase clinica.
Fumo e cattiva alimentazione incidono leggermente (il 3% in più per i fumatori) sull’infezione, per il semplice fatto che questi soggetti hanno una propensione all’infiammazione e quindi ad una più lenta risposta immunitaria.
I beta talassemici sottoposti ai test sono risultati, tranne 5, negativi. Ciò confermerebbe che l’alterazione/occupazione delle catene beta (effetto dell’idrossiclorochina) è una valida profilassi per il virus nella fase iniziale dell’infezione.

Fin qui lo studio ha confermato quello che continuano a sostenere tutti quei medici che si sono sollevati contro il pensiero unico dei virologi mediatici. Ciò che però mi incuriosisce è che nei soggetti analizzati lo studio neghi una nesso “evidente” con i vaccini, così come non prenda in considerazione l’esposizione all’inquinamento ambientale, anche se questo spiegherebbe come in una città fortemente inquinata come Taranto (Puglia) i casi siano ad oggi minimi, ma avendo escluso dallo studio i soggetti di età superiore ai 60 anni, si spiegherebbe anche come mai non sia stato possibile riscontrare tale correlazione. Presumibilmente gli over 60 hanno un sistema immunitario compromesso dall’esposizione all’inquinamento ambientale e/o dai vaccini anti-influenzali di nuova generazione.

Cosa succederà pertanto a ottobre, quando il nostro virus si sveglierà dall’estivazione? Per ora il nostro Padre-Governo sembra essere interessato più a ricostituire la famiglia secondo un principio pseudo-cristiano che a fronteggiare in maniera adeguata il virus, che sia voluto o meno.
Dopo un iniziale e assurdo distanziamento sociale per i membri all’interno della stessa famiglia, i suoi componenti potranno finalmente andare al mare e al ristorante insieme, protetti dalle giuste barriere più o meno artistiche: in questo confidiamo nell’estro dei gestori degli stabilimenti balneari e dei ristoratori. Si potrà passeggiare allegramente lanciando occhiate ai singoli, i quali saranno visti con rinnovato sospetto. Immagino che ci saranno incentivi pro-famiglia. Poveri i single e poveri gli amanti, ai quali non resterà che accoppiarsi o aguzzare l’ingegno per farla franca!
Continuo però a non capire chi sia davvero il nemico, dovendomi per altro districare tra gli ossi che lanciano i media affinché io possa perdermi in beghe social, come nel caso di Silvia Romano.
Un nemico quando lo vedi puoi combatterlo, ma siamo certi che esista davvero o che non sia frutto della nostra immaginazione, partorito dal nostro bisogno; non di meno di quel Dio che solo dopo averlo immaginato prende vita, ergendosi con vigore e potere sulle necessità dei mortali?
Alla fine le varie Corporation, quali che siano, svolgono solo il loro compitino quotidiano: fare soldi e accrescere il proprio potere: grandi pescatori in un mare popolato da troppi pesci cha abboccano facilmente. Ma chi dà loro tanta forza? Chi lo permette? Perché mi sembra che la maggioranza delle persone siano pronte a svelare comodamente i complotti dal divano di casa, mentre usano prodotti e mezzi di questi sapienti.
Se v’è certezza che ci siano loro dietro, perché non è possibile destituirli? La verità è che la maggioranza del Paese, - di tutti i Paesi, - ha bisogno di essere guidata, se non comandata: così abbiamo assistito silenziosamente al declino della società.
Esiste davvero qualcuno o qualcosa da combattere? Perché se non esiste, il nemico siamo noi e se il nemico siamo noi, allora per sconfiggerlo dobbiamo solo continuare ad avere lo stesso stile di vita degli ultimi decenni. Sarà questo a spazzarci via!
Viviamo in un’epoca nella quale si è disposti ad accettare qualsiasi cosa pur di avere accesso alle comodità. Lo smembramento della Cultura e di conseguenza della Sanità dimostra che mentre ci siamo ingozzati di “illusioni” da una parte, abbiamo girato lo sguardo dall’altra. Abbiamo rinunciato alla fatica, non possiamo quindi aspettarci una crescita personale e collettiva.

Ci sono notti dove arrivo all’alba senza capire come e giorni dove i pensieri affollano i silenzi tanto che tutto mi sembra difficile, anche fare la spesa si riempie di gesti insostenibili. Sono sicuro che come me altri siano assaliti da questi dubbi: Chiara non arriva in fondo al mese, sua figlia cena da due settimane a latte e biscotti. Matteo non sa come pagare il funerale di suo padre e rimpiange tardivamente le volte che avrebbe potuto abbracciarlo e non lo ha fatto. Francesca e Luca guardano dalla finestra la loro storia precipitare, aspettano di sentire da un momento all’altro l’impatto col marciapiede. Paolo sbatte, disperato, i pugni contro la vetrata della banca che non lo fa entrare, ha lasciato la vergogna nelle mani dello sconosciuto che per strada gli ha passato poche centinaia di euro. La piccola Giulia vede sua madre piangere da molte notti e non ha ancora capito se sua madre lo sa che lei la vede, questo mentre il padre sfoga la rabbia contro i mobili della cucina. Giulia rimane ogni giorno col muso piantato sulla ringhiera del balcone e aspetta.
Benché ci sia chi in questa quarantena abbia trovato redenzione e luce e quasi vorrebbe non finisse, c’è chi è stato trascinato alla malora e ha gettato la spugna, sconfitto, in attesa che qualcosa lo faccia ritornare alla normalità; così zitto zitto mi avvicino a chi mi fa sentire come resistere: non gli servono parole perché nei suoi occhi si assiste stupiti al miracolo della rivalsa e respiro, prendo pace mentre sento salire dentro di me un moto di ribellione. Vederli lavorare, servire i clienti, col sorriso nascosto dalla museruola, con lo sguardo fiero e malinconico di chi sa che bisogna nonostante tutto vivere e vivere bene, mi è di ispirazione.
La maggior parte delle persone vivono copiando un comportamento, un modo di fare, facendolo proprio: moda, marketing e shopping si basano su questo principio, sull’emulazione. Poi ci sono persone che compiono il gesto per la prima volta. Non c’era prima, ci sarà dopo perché sarà preso come modello. In questa maniera qualcuno dovrà iniziare, attraverso un moto di ribellione istintivo: la resistenza che diventerà comune a molti, fino ad essere norma.
Io però non aspetterò che si compia questo gesto, il quale dovrà arrivare eccessivo, al momento giusto, davanti alla folla attonita, perché non voglio perdermi neppure un giorno di quelli che verranno, non starò a guardare inerme che mi venga portata via la dignità e la libertà, nessuno mi dovrà più obbligare a giustificarmi perché vengo ridefinito come soggetto giuridico, secondo le nuove disposizioni di un Padre-Governo formato da conigli che insultano il leone morto. La nostra indulgenza ha reso i politici indolenti, bisognerà farsi cani per scacciare questi vigliacchi, ma dobbiamo entrare nell’ottica d’idee che senza fatica, senza studio, senza un’onestà costante verso noi stessi non potremo aspirare ad una società equa ed ecologica.
Vogliono renderci un popolo unico, inquadrato, ordinato e a viso chino sotto lo scacco della paura. Un popolo unico non lo possiamo più essere. La nostra bellezza e forza risiede nelle nostre diversità. Possiamo vivere accanto mantenendo queste diversità, purché siano diversità sostenibili. Se ci deve essere un’integrazione non deve portare all’uniformità!

Sono certo che una resistenza debba partire essenzialmente dal guardare il diverso come parte che arricchisce il nostro essere, la nostra vita; successivamente bisogna comprendere che il nemico, chiunque sia, rientri nel concetto di “diverso”. Il nemico ci permette di scoprirci migliori, questo non vuol dire permettergli di fare ciò che vuole di noi, l’unica cosa che dobbiamo lasciargli fare è sbagliare fino a ché la lunga coda della maggioranza non si rivolti sulla propria testa, soffocandola.



P.S. Come sempre, per chi volesse conoscere le fonti può scrivermi in privato.

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